Il servizio pubblico e gratuito RPO, permette al cittadino di negare il consenso a qualsiasi attività finalizzata a ricerche di mercato, invio di materiale pubblicitario, promozioni di tipo commerciale-pubblicitario. Chiunque voglia opporsi all’utilizzo del proprio indirizzo postale o del proprio numero fisso nazionale, può registrarsi. Con la principale novità del 27 luglio 2022, l’iscrizione al registro delle opposizioni è stata estesa anche ai cellulari. È davvero lo stop alle chiamate indesiderate?

In pratica quali differenze tra prima e dopo?

Se prima era possibile iscrivere solo i numeri fissi nazionali e gli indirizzi presenti sugli elenchi pubblici, ora la registrazione è aperta a tutti, inclusi i numeri di cellulare. La prima introduzione del servizio, avvenne con il Decreto del Presidente della Repubblica numero 178 del 2010, mentre con il Decreto del Presidente della Repubblica 149 del 2019, venne introdotta la possibilità di opporsi anche alle forme pubblicitarie cartacee. L’attuale riforma, secondo il Decreto del Presidente della Repubblica 27 gennaio 2022, n. 26, ha allargato il campo di applicazione a tutti i numeri compresi i cellulari

Questo nuovo profilo per la tutela del cittadino, prevede quindi che, trascorsi 15 giorni dall’iscrizione, qualsiasi chiamata di telemarketing (ad eccetto dei propri fornitori autorizzati o gestori ai quali si è rilasciato un consenso dopo l’iscrizione) sia da considerarsi illecita. Una volta iscritti, tutti i consensi dati precedentemente all’iscrizione, sono da considerarsi annullati.

Le sanzioni previste per chi non rispetta la normativa

Sono previste per le imprese, sanzioni fino al 4% del fatturato annuo, mentre si quantificano sanzioni fino a 20 milioni di euro per i call-contact center trasgressori. Di fatto, tutti coloro che partecipano a operazioni di telemarketing, sono sempre tenuti a verificare al Registro pubblico delle opposizioni, la lista di numeri che intendono contattare.   

Il nuovo RPO contrasterà il telemarketing aggressivo?

Partiamo dal dato principale. In Italia, la vendita di servizi e beni che scaturisce dal telemarketing è quantificabile in circa 40 miliardi di euro, con circa 120.000 persone impegnate all’interno di 1400 società. Si parla di numeri importanti e di 120.000 posti di lavoro.

È altrettanto vero che non è possibile giustificare un numero sempre maggiore di chiamate commerciali non richieste. Da qui l’esigenza di porre un freno a forme virali di telemarketing esageratamente invadenti: si parla infatti di una media di almeno 5 contatti a settimana per un utente titolare di linea fissa e mobile.

Subentra il codice di condotta

Per sostenere tutti gli attori coinvolti, le associazioni a rappresentanza dei contact center, dei committenti e dei consumatori, hanno premesso un codice di condotta che ha lo scopo di disciplinare l’osservanza del trattamento dei dati personali unitamente a comportamenti morigerati verso gli utenti. Le parti interessate, potranno aderire volontariamente fino al 9 settembre 2022. Il codice dovrà poi essere successivamente approvato dal Garante della privacy.

L’osservazione che viene attribuita alla nuova normativa del RPO è la seguente: purtroppo non sarà un deterrente definitivo. I call center esteri, pur obbligati a rispettare la legge italiana, sono più difficilmente sanzionabili. Si aggiunge la problematica dell’economia generata del lavoro sommerso o di società non iscritte al registro ufficiale degli operatori di telemarketing che hanno la possibilità di ovviare alle normative in materia. Ciò nonostante, i risultati iniziano ad essere evidenti.

Di fatto, il Ministero dello sviluppo economico, a metà agosto 2022 ha quantificato un complessivo di 2,3 milioni di numeri iscritti.

Modalità di iscrizione al Registro pubblico delle opposizioni

Si può contattare da fisso il numero 800 957 766 o da cellulare il numero 06 42986411. In alternativa dal sito www.registrodelleopposizioni.it è possibile eseguire la procedura in formato elettronico. Diversamente, si può provvedere tramite e-mail scrivendo a: iscrizione@registrodelleopposizioni.it o inviare una raccomandata.

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