L’International Energy Agency ha pubblicato un recente rapporto chiamato Energy Efficiency 2021 dove vengono evidenziati i progressi raggiunti riguardo all’efficienza energetica. Ciò nonostante, viene conclamata l’attuale concreta lontananza dagli obiettivi climatici. Da qui le conclusioni raggiunte dove si stabilisce che sia indispensabile triplicare gli investimenti per raggiungere le zero emissioni.
La Conferenza delle Nazioni Unite del 2021 tenuta a Glasgow conosciuta anche come COP26, si è conclusa con una richiesta d’intervento volta ad ottenere un rapido aumento delle misure di efficientamento energetico in quanto si ritiene sia fondamentale per il processo di decarbonizzazione.
Quello che è stato confermato nell’accordo, è l’obiettivo comune di controllo sul mantenimento del riscaldamento globale non oltre 1,5° gradi.
Per ottenere questo risultato è strettamente necessario garantire un’importante diminuzione delle emissioni globali entro il 2030. Quello che il documento finale sancisce in termini di richiesta, è unire le forze per contribuire a un’accelerazione volta e eliminare gradualmente l’energia a carbone” e sempre gradualmente eliminare i finanziamenti ai combustibili fossili, in modo da sostenere i paesi più poveri.
In tal senso, ai paesi sostenitori che hanno firmato l’accordo, è stato richiesto che entro il 2022 tengano conto delle diversità di applicazioni relative ad ogni nazione al fine di rivedere e rafforzare i propri obiettivi di riduzione delle emissioni per il 2030. Rispetto ai livelli del 2019, ai paesi ricchi viene altresì richiesto di raddoppiare gli sforzi entro il 2025 per sostenere i finanziamenti necessari all’adattamento dei paesi in via di sviluppo.
In correlazione a questo, si manifesta altrettanto prioritario indurre una crescita massiva di tutte le tecnologie potenzialmente impiegabili per sostenere efficienza energetica ed ogni forma di energia pulita.
Certamente la ripresa economica ha il suo ruolo sull’aumento della domanda globale di energia. Un ruolo talmente importante da poter spingere a un incremento sostanziale del 4% in relazione all’aumento della spesa pubblica legata all’efficienza energetica insieme all’incremento degli investimenti indispensabili per mantenere inattaccabili gli obiettivi climatici che necessariamente si ritiene debbano essere raggiunti per la salvaguardia del Pianeta.